Le previsioni economiche della Commissione Europea per l'autunno 2024 indicano una leggera ripresa per l'Eurozona, con una crescita dello 0,8% nel 2024, destinata a salire al 1,3% nel 2025. La Commissione prevede anche un possibile aumento degli investimenti e dei consumi, un segnale positivo che si riflette nei risultati del nostro ultimo Business Outlook, in cui il 29,5% delle aziende tedesche in Italia prevede un incremento degli investimenti, nonostante le preoccupazioni legate alla congiuntura economica italiana. Di fronte alle sfide attuali, è fondamentale che i nostri Paesi continuino a investire e a collaborare per un rilancio strategico del continente. Ne abbiamo parlato nell’ultimo episodio della rubrica #ZweiMinuten a cura del nostro Consigliere Delegato Joerg Buck.
German-Italian Chamber of Commerce (AHK Italien)’s Post
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È anche grazie al settore terziario che l'Italia è nuovamente protagonista in Europa. Un comparto fondamentale che è stato l'artefice della performance positiva del nostro Paese, dallo shock della pandemia ad oggi, e che spingerà al rialzo anche la crescita per il 2024. L'Italia è tornata a essere un Paese trainante nell'economia UE: nel 2024 avremo un incremento del #Pil di almeno l'1%, a fronte di Germania e Francia che avranno una crescita inferiore alla nostra. Cresce anche l'#occupazione più che in altri Paesi - 833 mila occupati in più rispetto a settembre 2022, inizio del nostro governo - e abbiamo il più basso tasso di #inflazione rispetto alle principali economie europee e alla media UE. Avanti su questa strada. #assemblea2024 Confcommercio-Imprese per l’Italia
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In un passaggio tra il 2024 e il 2025 molto delicato, che nel Paese sembra avvolto dall’incertezza, l’Emilia-Romagna, pur non distaccandosi significativamente da una tendenza nazionale e internazionale di rallentamento dell’economia, si conferma tra le regioni locomotiva in Italia. La crescita del prodotto interno lordo, Pil, si mantiene stabile nel 2024 (+0,9%), #RapporftoEconomia #RegioneEmiliaRomagna #Unioncamere
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Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, lo ha chiarito nei giorni scorsi: l’inverno demografico ha ripercussioni sull’economia italiana, perché il calo della popolazione significa anche minori consumi e un Pil più basso. Non serve essere economisti per capirlo. Spesso, pensiamo che il problema riguarderà i decenni futuri, mentre è già da tempo che mostra le sue conseguenze nefaste. Lo confermano tra l’altro i dati sul Pil pro-capite. Questo indicatore, che non va confuso con il reddito medio, fornisce l’entità del Pil suddiviso per il numero degli abitanti in un dato anno. Pil pro-capite risente delle variazioni demografiche
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Info Italia - PIL Imprese In Italia, ogni giorno, viene creato il Pil per un controvalore di 5,8 miliardi di euro che, convenzionalmente, è misurato attraverso la somma dei beni e dei servizi finali generati in un determinato arco temporale. Si dice interno perché si riferisce a quello che viene generato sia da imprese nazionali sia da imprese estere presenti in una determinata area geografica. Questi 5,8 miliardi corrispondono a 99 euro giornalieri per ogni cittadino italiano, neonati e ultra centenari compresi; il dato emerge da un'analisi del Centro Studi della Cgia. Tra i 27 Paesi dell’UE con 99 euro ci collochiamo al 12° posto. L’Italia è un Paese che non dispone più di grandissime imprese e di multinazionali, ma è caratterizzato da un sistema produttivo composto quasi esclusivamente da micro e Pmi ad alta intensità di lavoro che, mediamente, registra livelli di produttività non elevatissimi, eroga retribuzioni più contenute delle aziende di dimensioni superiori, condizionando così l’entità dei consumi e presenta livelli di investimenti in ricerca /sviluppo inferiori a quelli in capo alle grandi realtà produttive. #italia #imprese #economia #produttività #consumi #lavoro #competitività
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Fonte: ANSA La presidente del Consiglio Giorgia Meloni Secondo trimestre consecutivo di stagnazione per il Pil italiano. L’economia del nostro Paese, per tutta la seconda metà dell’anno, non è riuscita a crescere, facendo segnare, secondo i dati Istat, una sostanziale parità. Il risultato è che le stime di inizio anno per l’aumento del prodotto interno lordo si sono dimezzate, passando dal +1% del Def al +0,5% stimato dall’istituto di statistica.
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Buon sabato. Ogni giorno il nostro Paese produce #5,8 miliardi di euro di Prodotto interno lordo (#Pil) che, convenzionalmente, è misurato attraverso la somma dei beni e dei servizi finali generati in un determinato arco temporale. Si dice interno perché si riferisce a quello che viene generato sia da imprese nazionali sia da imprese estere presenti in una determinata area geografica. Questi 5,8 miliardi corrispondono a 99 euro giornalieri per ogni cittadino italiano, neonati e ultra centenari compresi Le differenze regionali sono evidentissime: se in Trentino Alto Adige il Pil per abitante giornaliero è pari a 146 euro, in Lombardia è di 131,8, in Valle d’Aosta di 130,1, in Emila Romagna di 118,9 e in Veneto di 110,8. Per contro, in Campania il Pil pro capite al giorno è di 63,4 euro, in Sicilia di 60,1 e in Calabria di 57,9. CGIA Mestre
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Il 2024 si chiude con molte ombre per le imprese vicentine. Come avevamo già anticipato qui (https://lnkd.in/gtXYBTkf) l'incertezza geopolitica, la persistente debolezza dell'economia tedesca e l'indebolimento della domanda in alcuni settori trainanti (automotive e non solo) si riflette in maniera particolarmente amplificata sul tessuto economico vicentino. In particolare desta preoccupazione l'esplosione del ricorso agli ammortizzatori sociali, che dall'8% di fine 2023 è cresciuto esponenzialmente al 17% del primo semestre 2024 e al 34% per il secondo semestre. Il 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵 per la prima metà del 2025 non è migliore: il 47% del campione considerato ritiene che dovrà ricorrere alla cassa integrazione nel prossimo semestre. #vicenza #manifattura #pmi #cig #economia #congiuntura #2024 #2025 #lavoro #futuro #incertezza #domanda #export #industria #veneto #indagine #ufficiostudi #apindustria #confimi #imprese Manuel Maraschin Mariano Rigotto Moreno Zuin Raffaele Zanon
Ricorso agli ammortizzatori sociali - Indagine Apindustria Confimi Vicenza novembre 2024
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Com’è la condizione economia dell’Italia? È davvero tornata ad essere virtuosa, come lo era negli anni del dopoguerra fino alla fine degli anni ‘80 (sia pur per effetto di una spesa pubblica drogata come abbiamo ben compreso dopo), oppure è un’economia sempre più in sofferenza e sempre più declinante. Questo articolo offre un’analisi utile per comprendere e soprattutto per trovare soluzioni strutturali, lontane dagli sterili trionfalismi senza fondamento.
I consumi saliranno molto meno del previsto nel 2024. La crescita è dovuta a investimenti in parte stimolati da fattori esterni. E quando si saranno esauriti questi fattori? Ce la faremo sulle nostre gambe? Mio articolo per Linkiesta https://lnkd.in/dxEWSCVe
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Dalla metà degli Anni Novanta, il PIL pro capite italiano è cresciuto decisamente poco. Fatta 100 la situazione al 1990 (a prezzi costanti) oggi l'Italia è a 121, contro 159 della media UE, 147 della Germania, 146 della Spagna, e 136 della Francia. Dopo il Covid19 la situazione è leggermente migliorata, anche grazie agli stimoli di bilancio e al #PNRR, e alcuni settori - tra cui la manifattura - hanno registrato dei buoni livelli di crescita, ma la #produttività fatica ancora a crescere. La crescita media italiana tra il 2000 e il 2002 è stata dello 0,4% annuo, determinata per lo 0,1% dalla produttività del lavoro, per lo 0,4% dalla produttività del capitale e meno dello 0,1% dalla "energia del sistema", con cui intendiamo il contributo dato da digitalizzazione, formazione, capacità manageriali, efficienza della burocrazia. Nel caso tedesco questa "energia" ha un valore pari al 50% della crescita media della Germania. Per approfondire l'argomento, stiamo realizzando uno studio sulla produttività in Italia, che verrà presentato durante il 50° Forum di Cernobbio, nel settembre 2024. Leggi l'articolo del Corriere della Sera https://lnkd.in/dsmYYjqh
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L’economia italiana continua a crescere, certo non più ai ritmi straordinari dell’immediato post-pandemia, ma allo stesso tempo senza brusche frenate. Nel secondo trimestre di quest’anno, stando alla stima preliminare dell’Istat, il prodotto interno lordo (Pil) è aumentato dello 0,2% dal trimestre precedente. #lecodibergamo #notizie #bergamo
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